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I CASTELLI DELLA VAL D’ORCIA

I CASTELLI DELLA VAL D’ORCIA:
Montalcino, Castello di Spedaletto, Radicofani.
Un racconto ininterrotto tra storia e mito:

Val d’Orcia Patrimonio Unesco 2004 quale mirabile esempio di rapporto armonioso tra presenza umana e natura. La Val d’Orcia è come un libro di storia dell’arte da sfogliare con passione e curiosità.

Incontro con la guida h. 10:00 a Montalcino e visita guidata del paese.
Arroccato su un’alta collina, il borgo vive i suoi momenti di massimo splendore durante il XIV secolo, epoca a cui risalgono i principali edifici.
Lungamente conteso tra Siena e Firenze, Montalcino passò in maniera definitiva sotto il controllo senese dopo la battaglia di Montaperti nel 1260, nella quale Siena ottenne la sua unica grande vittoria contro Firenze. Importante monumento del borgo è la Fortezza, ricostruita dai senesi nel 1361, che ha i caratteri del castello-recinto dalla forma pentagonale con tre lati perpendicolari e torri a tutti gli angoli.
All’interno del mastio si trova oggi un importante enoteca che conserva i vini della zona, primo fra tutti il celebre Brunello di Montalcino. Dall’enoteca si può accedere agli spalti (ingresso € 5,00) da cui si ammira uno spettacolare panorama della Val d’Orcia.

Transfer al Castello di Spedaletto
Il Castello di Spedaletto è un complesso architettonico fortificato situato nell’omonima località rurale del territorio comunale di Pienza, lungo la Strada Provinciale 53.
Nato nel XII secolo come ospedale per pellegrini e viandanti lungo la via Francigena, divenne successivamente una “grancia” (fattoria fortificata) dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena.
Il complesso architettonico fortificato si articola con una planimetria quadrangolare.
Su ciascuno dei quattro angoli si eleva un edificio torriforme; quello nord-occidentale si caratterizza per la merlatura sommitale. Lungo il lato occidentale si elevano due torrette merlate, ciascuna alla rispettiva estremità, mentre al centro si apre una porta sovrastata da una torre di guardia anch’essa merlata, dalla quale origina un tratto di cortina muraria che la unisce alla torretta meridionale.

Esperienza al Mulino val d’Orcia con Amedeo Grappi:

Pasta prodotta con farine macinate a pietra nel mulino aziendale, trafilata in bronzo ed essiccata lentamente a bassa temperatura, la pasta del Mulino Val d’Orcia è un prodotto artigianale, estremamente porosa, dal caratteristico colore ambrato e dal sapore inconfondibile!

www.mulinovaldorcia.it

Dopo la visita al pastificio è possibile fermarsi per un delizioso pranzo dove poter così assaggiare la squisita  pasta e altri prodotti tipici dell’azienda.

Menù “del Fattore” € 20,00/p.p.
– Crostone di Pane di Grani Antichi con Cacio di Pienza, Miele e Noci
– Piatto di Pasta di nostra produzione a scelta tra: Pici con diversi condimenti (Aglione, Cacio e Pepe); Tagliatelle con ragù di chianina della Val d’Orcia; Caserecce sui ceci della Val d’Orcia

Menù “del Mugnaio” € 25,00/p.p.
– Bis di Crostoni di Pane di Grani Antichi con: Cacio di Pienza, Miele e Noci; Lardo al rosmarino e
cipolle in agrodolce
– Piatto di Pasta di nostra produzione a scelta tra: Pici con diversi condimenti (Aglione, Cacio e Pepe); Tagliatelle con ragù di chianina della Val d’Orcia; Caserecce sui ceci della Val d’Orcia

Menù “del Pastaio” € 30,00/p.p.
– Tris di Crostoni di Pane di Grani Antichi con: Cacio di Pienza, Miele e Noci; Lardo al rosmarino e cipolle in agrodolce; Con concassé di pomodori al basilico
– Piatto di Pasta di nostra produzione a scelta tra: Pici con diversi condimenti (Aglione, Cacio e Pepe); Tagliatelle con ragù di chianina della Val d’Orcia; Caserecce sui ceci della Val d’Orcia
– Crostata con la nostra Farina di Grani Antichi e confettura di stagione

NB – tutti i menù includono “coperto, pane, acqua naturizzata, un bicchiere di vino rosso della casa e caffè.

Transfer al Castello di Radicofani

Radicofani si arrocca in una splendida posizione, su una rupe basaltica di origine vulcanica.
Il paese ha un aspetto marcatamente medioevale e deve la sua notorietà alla maestosa rocca che lo sovrasta.
La rocca costituisce la parte più antica del borgo, realizzato in più fasi a partire dal 1154 per iniziativa di Papa Adriano IV. Data la posizione strategica, è stata al centro di continue contese tra lo Stato della Chiesa e quello di Siena. Nel quadro delle lotte politiche di quel periodo, verso il 1295, Ghino di Tacco, nobile decaduto, famoso alle cronache, come il brigante gentiluomo della val d’Orcia, che rubava ai ricchi a favore dei poveri, si impossessò della rocca che rimase sotto il suo dominio fino al 1300.
Le imprese del ribelle ghibellino sono ricordate anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia (Purgatorio) e da Boccaccio nel Decameron.
Finalmente, nel 1405, la Signoria Senese e la famiglia Salimbeni sottoscrissero la pace e il castello passò a Siena. Nel 1417 iniziò la costruzione della nuova fortezza bastionata attorno al nucleo originario della rocca.
Dopo anni di scaramucce e passaggi di proprietà secondari, sempre finiti con il ritorno di Radicofani a Siena, si giunge a quello che possiamo considerare l’ultimo fatto storico rilevante che interessò la rocca: nel 1555 fu assediata, bombardata e invasa dalle forze imperiali.

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